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Silvia rifletté sul fatto che forse quella era la tecnica più semplice che aveva mai letto in un libro di crescita personale… e ne aveva letti tanti ormai.
E, forse forse, nella sua semplicità era una delle più potenti. La ragazza aveva ormai interiorizzato dentro di sé che la gratitudine era una delle emozioni più potenti in assoluto, e che, in un mondo che ci fa da specchio e che ci restituisce vibrazionalmente ciò che emettiamo noi stessi, provare molto spesso gratitudine significava attrarre degli eventi per cui essere grati.
Ecco perché pensava che, nonostante la tecnica fosse piuttosto naif, valesse la pena provarla, e provarla per diversi mesi di fila.
Tanto, alla fine, erano solo 5-10 minuti di esercizio: non doveva far altro che pensare a una cosa positiva della sua vita e provare gratitudine per un po’; poi pensare a un’altra cosa ed essere grata anche per quella, sino a provare l’emozione per almeno cinque cose, uno o due minuti ciascuna.
E, nel frattempo, concentrarsi sull’ondata di gratitudine che sentiva dentro di sé nel cuore e in tutto il corpo.
Dal momento che non c’era bisogno di cercare chissà che, ma andavano benissimo cose tipo i suoi gatti, il fatto di avere una casa in cui vivere, il fatto che non le era mai mancato da mangiare, il fatto di avere accanto una persona meravigliosa, il fatto di avere degli amici fidati, il fatto di vivere in un bel posto, il fatto di essere in buona salute, il fatto di avere bei libri da leggere, di poter ascoltare ogni volta che voleva della buona musica, e così via, l’esercizio era pure semplice e facile da variare di volta in volta.
Sì, decise, valeva proprio la pena farlo ogni giorno per due volte, una la mattina presto e una la sera tardi prima di andare a dormire…