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Qual è il nome? Era probabilmente la domanda che aveva sentito più volte in vita sua, e gli era stata posta per l’ennesima volta. Dal “mondo”.
Il “matto” senza dubbio gli avrebbe detto qualcosa più originale e divertente, ma tant’è, ormai aveva scelto il candidato da portare in azienda, visto che l’azienda ne voleva uno solo… da tre diverse società di head hunting, ossia di cacciatori di teste, che poi era quello che facevano loro di mestiere.
Inoltre, non era colpa del “mondo” se lui si chiamava Marco Silvano. Perlomeno, nel fare la battuta aveva sorriso con semplicità, senza la pretesa, che spesso aveva letto nel volto di altri, di aver elaborato chissà quale motteggio arguto.
Sì, me lo chiedono in molti. Il nome è Marco, comunque rispose lui cordialmente
Mi raccomando, si faccia valere in azienda, abbiamo ottime speranze su di lei.
Farò del mio meglio disse quello, sempre sorridendo e stringendogli la mano al momento del saluto, per poi dirigersi nell’ufficio del capo filiale per le ultime formalità.
A quel punto, e non riuscendo suo malgrado a respingere il dubbio che forse, alla fine della fiera, sarebbe stato meglio presentare l’altro candidato, Marco ritornò nel suo ufficio e si mise a sbrigare alcune scartoffie.
Mentre era assorto in quel compito di routine, il cellulare squillò, e la musica di Bia, la sfida della magia gli anticipò che a chiamarlo era la sua dolce metà.
Ciao! esclamò subito lei, senza aspettare neanche il “pronto”.
Ciao disse lui, più serafico.
Scusa se ti disturbo a lavoro, ma dovevo assolutamente avvisarti di una lettura dei tarocchi che ho fatto poco fa su di te e sulla tua giornata di oggi.
Mmm… spero sia stata una lettura positiva.
Non lo so: è uscita una carta negativa e una positiva. Hai presente quel nuovo mazzo di tarocchi che ho comprato online?
Intendi il nono che hai preso, tesoro mio? era evidente la di lui ironia sulla di lei tendenza a collezionare mazzi di tarocchi.
Credo sia solo il settimo in realtà, ma non è questo il punto. Il punto è che, per provarlo, ho estratto due carte sulla tua giornata. Bada che ho usato solo gli arcani maggiori – precisò in chiusura, come se per Marco quell’informazione avesse un qualche senso.
E cosa è uscito, cara? – il tono di lui era rimasto vagamente ironico.
La prima carta era negativa: “la torre”. Indica fallimento, insuccesso. Qualcosa non andrà come era stato progettato.
Spero che la seconda riequilibri questa previsione infausta fece il giovane, ancora sardonico ma con qualche riserva, conoscendo la percentuale di giustezza delle letture tarotiche della sua fidanzata.
La seconda carta era la ruota. Per come l’ho vista io, dunque, qualcosa andrà per il verso sbagliato, ma al contempo aprirà nuove possibilità. Ho pensato di avvisarti prima.
D’accordo, tesoro, grazie della premura. Ti terrò informata.
E, chiusa la conversazione, Marco sorrise notando per l’ennesima volta come Silvia desse per scontato l’avverarsi di quanto intravisto nelle carte.
Due secondi dopo smise di sorridere, ricordando perché Silvia lo dava per scontato: ci prendeva quasi sempre.
Un po’ per il “preavviso di cattiva notizia”, un po’ per il momento di calma in ufficio, quello era il momento giusto per una bella respirazione rilassante che aveva imparato a yoga.