Cerca nel romanzo

















Se l’estate stava quasi finendo, non stavano certamente finendo i fatti degni di cronaca.
O, se non fatti, le notizie capaci di dare uno scossone alla vita di molte persone. 
Nel caso di Silvia e Marco, quattro o cinque scossoni. 
E pure robusti. 
Come la notizia giunta dall’Istat basata sulle statistiche degli esp già censiti. Se non erano stati elaborati i dati di tutti gli esp, il numero era comunque già sufficiente da rendere i risultati delle statistiche assolutamente significativi.
Sulla loro affidabilità, peraltro, Marco aveva interpellato Sara Bianchi, che aveva un contatto fidatissimo proprio all’interno dell’Istat, il quale assicurava che l’indagine aveva goduto di grande attenzione, cura e precisione.
La ricerca, va da sé, si era preoccupata solamente di fotografare la situazione, lasciando poi agli addetti ai lavori i commenti del caso.
I primi commenti erano dovuti senza dubbio alla distribuzione geografica delle persone che avevano manifestato i poteri, tanto diseguale in termini percentuali da far pensare difficilmente a un caso.
In questa speciale dislocazione territoriale, il Sud batteva il Nord, la campagna batteva la città, i giovani e gli anziani battevano le persone di mezz’età. Parità tra uomini e donne.
In questi trend generali, si segnalavano inoltre alcune specificità: vi era un’alta incidenza di poterti esp in zone vicine ad antichi resti archeologici e in zone vicine ad elementi naturali particolarmente forti: vulcani, alte montagne, mare, grandi laghi.
Parlando di regioni, quelle con la più alta percentuale di psicodotati in relazione al numero di abitanti furono Sardegna e Sicilia: le isole, e non poteva essere un caso. Quanto alle città, invece, si distingueva in modo particolare Torino: di nuovo Torino, e probabilmente neanche questo era un caso.
Ma questi non erano i dati più interessanti emersi: se l’indagine dell’Istat si era soffermata prevalentemente su dati geografici, come peraltro ovvio, si era data la pena di esplorare anche qualche aspetto culturale, nella speranza di trovare delle concordanze statisticamente significative…
… e ne emerse una clamorosa: a quanto dicevano i numeri, e i numeri come noto non mentivano mai, tra le persone che avevano sviluppato poteri esp vi era un’altissima incidenza di possessori di gatti.
Sì, di gatti. 
Circa l’84% degli esp aveva almeno un gatto, e anche la gran parte del restante 16% aveva avuto a che fare con dei gatti in passato.
Erano pochissimi, numeri alla mano, gli esp che non avevano mai avuto un gatto in casa, da bambini o da adulti, così come erano pochissimi i possessori di cani.
Andando a scavare nei dati, era emerso che si trattava per lo più di possessori abituali di gatti, e non di ultimi arrivati: abbondavano infatti persone che avevano a casa gatti da almeno dieci anni.
La notizia, com’era ovvio, fece rapidamente il giro di giornali, trasmissioni televisive e siti internet, scatenando discussioni a non finire.
Se alcuni ritenevano i risultati dell’indagine un mero caso (ed erano quasi invariabilmente o scettici inveterati o amanti dei cani), molti altri viceversa reagirono in modo consono alla statistica… e si presero dei gatti nella speranza di sviluppare anch’essi un potere esp… uno qualunque.
Dopo la prima ondata di entusiasmi, tuttavia, e dopo che i primi esperimenti di adozione felina non diedero i frutti sperati, si fece largo l’ipotesi che fosse determinante il tipo di gatto.
Ma nuovi dati statistici sul tipo di gatto, razza, sesso, etc, non mostrarono nulla se non pochi punti percentile a favore dei gatti egiziani, fatto che bastò comunque a farli passare da “i gatti più brutti del mondo” a “i gatti più ambiti tra tutti”.
L’elemento fondamentale rimaneva comunque la lunga presenza di gatti in casa, ma rimaneva ignoto se era determinante la vicinanza con un qualsivoglia gatto o la lunga interazione con lo stesso gatto. Cioè: posto che le persone normalmente si tenevano un gatto fino a che moriva, quindi per una media di dieci anni, per poi magari prenderne un altro, sul momento era impossibile sapere quale delle due ipotesi fosse quella corretta, anche se la gran parte delle persone propendeva per il fattore “lungo rapporto uomo-gatto”.
E, in questo caso, serpeggiava un’altra domanda tra coloro che ambivano a sviluppare poteri grazie a un acquisto ben mirato: in quest’ottica bastava la presenza di un gatto “umanizzato” o serviva proprio aver vissuto in prima persona molti anni con un gatto? Cioè, per dirla in soldoni, era il gatto che dava il potere o lo sviluppava l’uomo? Il dubbio non si poteva risolvere che in un modo, ossia prendendo con sé dei gatti di qualcun altro, ed ecco che si sviluppò rapidamente un mercato dei gatti.
Con cifre fino a poche settimane prima folli: si parlava di decine di migliaia di euro per coloro che riuscivano a dimostrare, tramite vaccini o esami veterinari, di avere un gatto da tanti anni.
A spendere, chiaramente, erano solo persone che se lo potevano permettere, visto l’alto rischio di non riuscita, e considerando anche che ad essere maggiormente quotati, per le motivazioni suddette, erano proprio i gatti anziani, ossia quelli a cui in teoria non rimaneva molto da vivere… sempre statistiche alla mano.
Ma, come detto, c’era chi era pronto a correre il rischio, soprattutto per i gatti di persone già esp, ossia per quei gatti che avevano “dimostrato di saperci fare”.
È fu così che a Marco e Silvia arrivò un’offerta incredibile da parte di un ricco imprenditore lombardo, evidentemente attratto dagli “effetti” su Marco-Kamal: 100.000 euro per uno qualunque dei loro gatti o 500.000 per tutti e quattro.
E in rete i due trovarono offerte ugualmente scandalose, specialmente per gli ormai famigerati gatti egiziani. 
Se su internet ci si preoccupava soprattutto della compravendita dei gatti e dei relativi prezzi, Silvia era però più affascinata dalle implicazioni sulla razza dei gatti, che già in passato lei aveva pensato non essere di questo mondo, ed esservi stata invece portata da quegli stessi alieni che si supponeva avessero effettuato in un lontano passato – ma anche nel presente – manipolazione genetiche sull’umanità.
Gli occhi verticali da rettile infatti, l’avevano sempre insospettita, e se, sulla scia di tutte le sue letture tra religione, mitologia e archeologia, dava ormai per scontato che una razza aliena rettiloide, le antiche divinità raffigurate e narrate in tutto il mondo, avesse giocato con il dna umano, perché non anche con quello di altre specie, magari portate da casa per i propri esperimenti o per il proprio svago?
Tra l’altro i gatti nella storia si erano guadagnati la fama di animali mistici, magici e persino demoniaci, e che vi potesse essere una coincidenza tra “demoni” e alieni era ormai oggetto di studi di numerosi ricercatori, sia in ambito ufologico sia in ambito esoterico.
Insomma, la giovane aveva sempre pensato che intorno ai gatti vi fosse un’energia particolare, e gli ultimi eventi sembravano proprio darle ragione.
Occhi verticali e rettili a parte, rimaneva il fatto che qualcuno aveva offerto 500.000 euro per i loro gatti.