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Il giorno era alfine giunto: Marco era volato a Torino per la prima riunione di quello che oramai si chiamava a tutti gli effetti il “Gruppo di Torino”. 
Carapino e Misternico avevano messo su una folla di circa 200 persone tra telepati, presunti telepati, amici di telepati, amici di presunti telepati, studiosi di fenomeni esp e giornalisti. Sostanzialmente di siti internet, di riviste o di televisioni di bassissima fascia, e infatti i mezzi tecnici erano poveri, ma la loro presenza era già un segnale importante.
Che sembrava, dalle sue premesse, confermare in pieno la previsione dei tarocchi di Silvia sugli incontri torinesi, che secondo le carte avrebbero avuto una grande eco.
Curiosamente, pur non avendo Marco partecipato attivamente all’organizzazione del gruppo e dell’evento, e anzi avendolo in varie circostanze scoraggiato, Carapino e Misternico lo avevano fortemente voluto al loro fianco, come se fosse il terzo membro del triumvirato.
Un triumvirato ben strano, ebbe a riflettere Marco.
I due, evidentemente non paghi di aver aumentato in modo netto i loro guadagni, da buoni commercianti avevano fiutato qualcosa di più grosso dietro l’angolo… e ormai era un angolo che si doveva svoltare, questo Marco lo aveva capito da tempo, per cui si trattava solo di cercare di svoltarlo bene piuttosto che male.
Il che, con tutta probabilità, era esattamente il pensiero di Sara Bianchi, la quale era diventata una sorta di madrina dell’evento: a furia di servizi tv e di una certa dose di coraggio era entrata nelle grazie dei due team leader: un po’ perché abituata al microfono, un po’ perché effettivamente spigliata di suo, un po’ perché motivatissima di certo più di Marco le era stata affidata la conduzione della serata sul palco.
Uno dei presunti “colleghi di Marco” era un benestante del posto che per l’evento aveva messo a disposizione un grande fabbricato sgombero in zona Borgo Vittoria. La solerte Sara, invece, aveva procurato microfoni, apparecchi acustici e ovviamente telecamere per riprendere per bene il tutto.
Carapino e Misternico avevano pensato persino a un buffet gratuito, finanziato da chissà chi. Probabilmente dallo stesso proprietario del fabbricato, risolse Marco, che aveva captato un’informazione di questo tenore parlando con Misternico.
Il dubbio suo e di Silvia sulle abilità telepatiche aveva nel mentre avuto una risposta: era più facile per Marco leggere i pensieri di una persona che aveva davanti, ma anche al telefono o tramite video la cosa ormai gli riusciva abbastanza bene.
Poteva persino captare qualche traccia emotiva nelle mail che leggeva… a patto che fossero destinate a lui. Sembrava dunque rilevante il collegamento interpersonale: se vedeva un servizio televisivo qualunque non percepiva nulla, ma se vedeva un amico su skype sì… persino se stava zitto, quindi non era una questione di comunicazione verbale.
Idem per le mail: se erano rivolte a lui qualcosa gli saltava alla mente, ma se erano messaggi per altri niente di niente. Ne aveva quindi tratto la conclusione che non aveva doti “divinatorie”, ma che, semplicemente, nelle interazioni con gli altri aveva sviluppato una marcia in più, una sensibilità maggiore.
Lui come tanti altri, a questo punto: se solo lì c’era una quarantina di persone, si presumeva che ce ne fossero tante altre in tutta Italia… e nel mondo.
Silvia, infatti, che dopo la prima reazione in stile “fai tu, è una cosa tua” aveva indossato i suoi panni da provetta investigatrice online, aveva scovato forum e gruppi simili in altre nazioni… ed era presumibile che  la medesima cosa stesse succedendo ovunque, anche se i grandi mezzi di comunicazione per ora tacevano sul fenomeno.
Anche la loro ipotesi sui differenti livelli di abilità stava trovando pian piano conferma: Marco, che aveva atteso con ansia quel giorno se non altro per “misurarsi” con altre persone che avevano sviluppato quella capacità, aveva infatti notato come la lettura gli riuscisse facilissima con alcuni, e più ostica con altri.
Ossia, con certe persone, la maggioranza netta, era proprio come leggere un libro, mentre da altre gli arrivavano sì informazioni, ma incomplete, oppure più sensazioni che informazioni nette.
Carapino e Misternico, per esempio, gli davano qualche difficoltà, anche se comunque cavava fuori qualcosa pure da loro.
Aveva invece l’impressione che molti facessero fatica a “cavare fuori qualcosa” da lui, a giudicare da certe facce stupite, che sembravano dire “beh, come mai con lui non funziona?”. Si era quindi ripromesso, una volta finito tutto l’ambaradan, di parlarne con franchezza con i suoi due amici di forum.
Per l’appunto, la giornata non era ancora terminata.
Nella prima parte della mattinata c’era stata una sorta di conferenza riassuntiva del fenomeno: a fare il punto della situazione, il solito terzetto: Carapino, Misternico e Sara Bianchi. In essa Marco apprese una cosa nuova: a quanto pare in varie zone del mondo erano recentemente apparsi dei cerchi nel grano che avrebbero previsto il fenomeno. Fatti da chi, non si sapeva, e ovviamente le ipotesi si sprecavano: dagli alieni agli esponenti del Nuovo Disordine Mondiale… ai suoi oppositori.
Prima e dopo pranzo, invece, erano seguiti numerosi esercizi dimostrativi: da un lato un telepate  o presunto tale  e dall’altro una persona normale, col primo che leggeva i pensieri del secondo.
O che non ci riusciva: ecco che spuntavano fuori i primi millantatori-mitomani.
Se molti assistevano a tali dimostrazioni per capire se si trattava di una cosa reale o di una finzione, Marco le guardava con occhio più critico, e cercava di desumere dal tipo di risposta data dal telepate di turno il suo grado di precisione e di abilità.
C’era chi coglieva subito l’elemento emotivo dominante, chi andava oltre e individuava due o tre pensieri di fondo, chi balbettava un po’ e chi sciorinava tutto con grande facilità… proprio come se leggesse un libro aperto.
Da questi primi confronti ipotizzò di essere uno dei più dotati, anche se la cosa era ovviamente tutta da verificare.
Quanto a lui, non andò sul palco, visto che condizione necessaria per partecipare all’incontro era stata quella, firmata su carta, di poter essere filmati dalla solerte troupe di Sara Bianchi. Certo, c’era la possibilità di finire in video anche mischiato tra la folla, ma rimaneva bassa… e per ora Marco non se la sentiva di finire in televisione o, peggio ancora, su facebook.
Il che, peraltro, era un pensiero che aveva captato numerose volte tra le persone come lui rimaste in “platea”.
Nell’ultima parte dell’incontro gli organizzatori avevano illustrato i progetti per l’immediato: il Gruppo di Torino avrebbe avuto due sottogruppi: uno pubblico, aperto a tutti, che avrebbe visto riunioni come quella e che avrebbe funto da cassa di risonanza delle attività del gruppo; e uno privato, aperto ai soli telepati, che sarebbe stato una sorta di scuola sul campo.
A chi aveva chiesto come il gruppo si sarebbe posto nei confronti di quegli enti, come il Pipac, che già lo accusavano di ciarlataneria, i due inarrestabili team leader risposero dicendo che, semplicemente, non si sarebbe posto, che sarebbe andato avanti per la sua strada e che Pipac e scettici avevano le ore contate.
La riunione terminò con un nuovo appuntamento fissato per il 28 aprile: appena due settimane dopo, calcolò subito Marco, che ogni volta non poteva fare a meno di notare come Carapino e Misternico ci stessero dando dentro alla grande.
Se fosse un bene o un male lo avrebbe detto solo il tempo…