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Le grandi novità promesse da Marco al suo amico non si fecero attendere.
Il Puc era già sotto gli occhi di tutti per via dell’adesione ufficiale di Marco, che ormai era un personaggio nazionale, e che fin dalla diretta televisiva in Rai era stato visto dalla gente come una sorta di persona del popolo, garante della verità sia per i suoi poteri che per il suo profilo umano. 
La composizione un po’ originale del partito, inoltre, aveva da subito destato alcune critiche da parte dei suoi futuri avversari politici: da un lato era biasimata l’assenza di politici di professione, dall’altro era disapprovata la presenza di alcuni esp tra le sue fila. 
“Solo chi ha da nascondere qualcosa ha paura di parlare con un telepate”, spesso si soffermava a pensare Marco. 
Comunque, il tutto dava al Puc un’impronta decisamente caratteristica e decisamente poco politica. 
Il nome stesso del partito fu oggetto di critiche: Partito Unità e Consapevolezza. Ai benpensanti non andavano bene né il termine “unità”, che riecheggiava il noto giornale di sinistra, né il termine “consapevolezza”, che invece riecheggiava la forte componente spirituale del partito. 
Marco aveva un pensiero molto preciso in merito: quella era gente ancora invischiata nella contrapposizione sinistra-destra, o che, peggio, la fomentava sapendo che era tutta una finzione ai danni del popolo. Inoltre quella era gente che non aveva ancora capito che il vento era cambiato, e che per l’Italia stava soffiando un’aria di rinnovamento… 
Ad ogni modo, le discussioni sterili sul nome del partito terminarono improvvisamente quando, nei primi giorni di novembre, fu reso pubblico il programma del Puc. 
Si trattava di un programma piuttosto agile, che elencava pochi punti principali e li spiegava in modo sintetico, senza le centinaia di pagine atte a confondere le acque tipiche dei programmi tradizionali.

Ecco cosa prevedeva il programma del partito, punto su punto, con i dieci punti che vennero rapidamente ribattezzati “I dieci comandamenti”, perché radicali e perché venne garantito agli elettori che nel caso sarebbero stati attuati proprio come promessi.
Punto numero 1: sovranità monetaria al popolo.
Il fenomeno del signoraggio, in base al quale il popolo pagava a una banca privata il valore nominale delle banconote da essa stampate e costate in realtà pochi centesimi, sarebbe terminato. Dunque avrebbe avuto fine la causa del debito pubblico italiano.
Punto numero 2: debito pubblico illegale.
Il debito pubblico italiano sarebbe stato dichiarato illegale in quanto furto ai danni del popolo italiano perpetrato nel corso del tempo.
Punto numero 3: uscita dall’Unione Europea.
L’Italia sarebbe immediatamente uscita dall’Unione Europea, e sarebbe tornata in pieno possesso sia della sovranità monetaria che di quelle legislativa e governativa.
Punto numero 4: tassazione fissa al 20%.
Una volta eliminato il signoraggio e il debito pubblico, l’Italia sarebbe finalmente tornata in possesso delle sue risorse, e sarebbe così stata necessario un gettito fiscale molto inferiore per soddisfare i bisogni della nazione. La quota del 20% sarebbe stata fissa e valevole sia per i privati che per le aziende.
Punto numero 5: riforma delle forze di polizia e dell’esercito.
L’esercito sarebbe stato notevolmente ridotto, così come sarebbe stato grandemente ridotto l’ammontare destinato agli armamenti. Parte dell’esercito sarebbe stata riconvertita in forze di polizia, che sarebbero state ugualmente riformate.
Punto numero 6: ritiro delle milizie italiane da ogni occupazione su terra straniera.
Ogni militare italiano sarebbe stato richiamato in patria, e nessuna milizia italiana avrebbe più invaso il suolo sovrano straniero.
Punto numero 7: riforma dell’educazione. 
Scuola, educazione ed università avrebbero subito una radicale riforma. La scuola sarebbe stata riformata secondo le più innovative teorie sull’apprendimento e la creatività, sarebbero state incentivate le arti e le forme espressive e sarebbe stato privilegiato lo sviluppo armonioso dell’individuo più che la conoscenza teorica di nozioni. 
Punto numero 8: riforma della salute. 
Sarebbe stata data libertà di scelta terapeutica nonché ampio spazio alle terapie che si fossero dimostrate più efficaci nella cura. Largo spazio inoltre alla prevenzione e all’alimentazione come strumento di salute per eccellenza. Il motto di fondo era: più cibo di qualità, più attività fisica e meno farmaci. 
Punto numero 9: spese per l’apparato politico ridotte del 50%. 
Le spese per l’apparato pubblico nazionale sarebbero state decurtate del 50%, sia tramite la riduzione del numero di province e di enti pubblici non necessari, sia tramite un maggior rigore nelle spese. 
Punto numero 10: controllo esp per ogni dipendente pubblico. 
Ogni singolo dipendente pubblico, in ogni ambito professionale, sarebbe stato sottoposto a un controllo telepatico per verificarne l’onestà e l’integrità, ed eventualmente sostituito in caso di mancanze gravi.

Solo dieci punti, ma pesanti come macigni per la vecchia politica e la vecchia cultura, tanto che il Puc divenne rapidamente oggetto di una campagna denigratoria da parte di praticamente tutto il panorama politico italiano, nonché della quasi totalità della stampa nazionale. 
Fecero eccezione solamente alcuni membri del Movimento 12 Stelle e della Lega Nord-Ovest. 
Le critiche erano piuttosto variegate, e andavano dalla totale incompetenza dei membri del Puc, alla falsità di alcuni punti del programma, all’inattuabilità di altri, alla difficoltà di altri ancora, alla follia di abbandonare l’euro e l’Unione Europea, al calo di prestigio che il solo parlare di quegli argomenti provocava all’Italia e così via discorrendo.

Come se non bastasse tutto questo, una decina di giorni dopo la pubblicazione del programma, un’altra notizia scosse la nazione, e non poco.
Si trattava del progetto che Marco aveva ideato e messo su con il suo gruppo di past viewer, che ormai era una squadra affiatatissima e la cui integrità dei membri Marco aveva abbondantemente sondato tramite la telepatia. 
Il progetto portava il nome de La vera storia, e si proponeva l’obiettivo di riscrivere la storia umana, recente e passata, secondo le visioni degli esp. La storia così come riscritta, peraltro, negli intenti del Puc sarebbe stata l’oggetto dei nuovi insegnamenti scolastici. 
La proposta scatenò il putiferio: mentre il mondo della politica e della comunicazione criticava aspramente Marco, le sue manie di grandezza e l’impossibilità di gestire un progetto di così ampio respiro, la gente si spellava le mani a furia di applausi, tanto che egli, col sostegno popolare di cui godeva, divenne praticamente un intoccabile.