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Finalmente stava tornando dall’ennesimo viaggio in continente: dopo i concorsi pubblici a Roma, Marco era dovuto andare direttamente a Torino per alcune riunioni del gruppo, sia dei past viewer che del gruppo intero.
E ora, finalmente, dopo il volo Torino-Cagliari, stava tornando a casa.
Già il vedere Silvia nella sala arrivi lo aveva reso felice, tanto che l’abbraccio tra i due era stato più lungo e affettuoso del solito, e ora, mentre tornavano a casa dall’aeroporto, si stava già pregustando la settimana di relax che lo attendeva. 
 Sai che sei bella?  disse Marco guardandola di profilo dal sedile del navigatore. 
 Grazie  rispose Silvia con uno dei suoi sorrisi dolcissimi  In effetti lo sapevo, ma fa sempre piacere sentirselo dire. 
 E sai che non vedevo l’ora di tornare per stare un po’ di tempo con te e con i gatti? 
 Sapevo anche questo: non hai fatto altro che ripetermelo al telefono! 
 Come stanno i gatti e le gatte? Ti hanno parlato ancora? 
 Con l’eccezione di quando miagolano per mezz’ora per chiedermi le crocchette, no  gli fece un altro sorriso  Tu hai avuto altre intuizioni? 
 No, anch’io niente. Per fortuna, direi, visto che ogni “intuizione” è un cambio radicale nella nostra vita e già ne abbiamo abbastanza con i cambi in corso.
 Già. Come sono andati i concorsi? Hai avuto qualche difficoltà nel valutare i candidati? 
 No, tutto bene. Ormai gestisco i miei poteri in modo piuttosto sicuro. Forte, direi quasi. Leggo praticamente tutto, e al contrario posso murarmi contro chiunque. Perlomeno, non ho ancora incontrato nessuno capace di mettermi sotto. 
 Beh, meglio così, ne guadagna tutto il movimento. 
 Speriamo. 
 Le uniche cose un po’ lunghe e noiose sono state le verifiche che dovevamo fare su certe visioni dei chiaroveggenti o dei past viewer candidati. Io ovviamente potevo valutare solo la buona fede sui contenuti dei loro pensieri, ma certo non la corrispondenza di quanto affermavano… anche se poi non c’è stato un solo caso di dissonanza, tutto ha sempre corrisposto. 
 Niente pazzi esaltati, insomma. 
 No. Beh, alla fine erano dei concorsi pubblici, e persino prestigiosi, non era posto per millantatori come quelli che si vedevano alle prime riunioni a Torino. 
 E come vanno le cose al Puc? 
 Bene anche lì. Salvo fa concorrenza a Carapino e Misternico quanto a intraprendenza e voglia di andar veloce. 
 Senti, ma li chiamerai per sempre Carapino e Misternico? Ormai i loro veri nomi li conosci, no? Beh, li conoscono tutti gli italiani a dire il vero, da quando sono stati resi pubblici. 
 Sai, la forza dell’abitudine. E poi quei nick mi sono sempre piaciuti. 
 Dicevi del Puc. 
 Sì. Il partito è ufficiale. A breve verrà reso noto il programma, in vista delle elezioni politiche del prossimo marzo. 
 Mancano solo cinque mesi. Che risultati pensa di ottenere, Salvo? Cinque mesi sono pochi… 
 Non ne ho idea, e nemmeno me ne preoccupo. Mi sto abituando ad abbandonarmi al flusso. Ho avuto abbondanti prove del fatto che l’esistenza ha un piano per noi, e l’unica cosa che noi possiamo scegliere è se remare a favore di corrente oppure contro corrente. 
 Già, i grandi maestri spirituali ce lo hanno detto per millenni. 
 E noi non lo abbiamo ancora capito!  scherzò il giovane uomo  Senti, dimmi tu invece del tuo nuovo lavoro. Come sta andando il primo mese da neoassunta? 
 Benissimo! È il lavoro dei miei sogni: non ho vincoli di ufficio o di orari, posso seguire la mia ispirazione, posso dedicarmi agli argomenti di mio interesse e scrivere gli articoli sugli argomenti che voglio. Anzi, data la mia predisposizione alla cultura personale, mi hanno dato carta bianca in questo campo. 
 Fantastico, sono felice per te, amore mio – si congratulò Marco. 
 Anche io  un altro sorriso arrivò dritto dritto dal cuore di Silvia. 
I due ormai erano nei pressi di casa loro. Silvia parcheggiò la Y di Marco e i due rientrarono a casa. 
Furono accolti da quattro gatti festanti… e affamati, giacché era ormai ora di cena. 
Marco prese la ciotola delle crocchette, si sistemò su una sedia in mezzo al soggiorno e, come amava fare di tanto in tanto, servì ai gatti una cena itinerante, lanciando le crocchette per tutto il salone, per poi assistere ai gatti che si precipitavano a divorarle. 
I due gatti maschi, in particolare, amavano questo tipo di pasto, e si esibivano in scatti e salti degni del Cirque du Soleil. Mandarino, poi, era un vero fenomeno: saltava a un metro e passa di altezza e immancabilmente prendeva la crocchetta al volo con la bocca. 
Le due gatte femmine, invece, erano più tranquille, e attendevano le crocchette nella loro zona di competenza, senza esibirsi negli scatti forsennati degli altri due. 
Tra l’altro, Marco amava quei momenti non solo per lo spettacolo dei due gatti arancioni, ma anche perché avevano il potere di calmargli la mente, e di donargli spesso intuizioni sulla sua vita. 
Li amava meno Silvia, non molto contenta della polvere di crocchette su tutto il pavimento del salotto. 
 Ti aspetto a letto  disse dopo un poco la ragazza, con quell’energia tra il dolce e passionale che ogni volta faceva benedire a Marco il momento in cui l’aveva conosciuta.